Una straordinaria normalità: thinking outside the (mobility) box
Le città sono ferme, come non lo sono mai state. La qualità dell’aria è così incredibilmente migliorata che non sembra neanche più di vivere in città. Il silenzio è tornato a regnare sul caos dei rumori prodotti dagli uomini e dalla mobilità umana. Il COVID-19 ha cambiato regole, ritmi e priorità: ci ha relegato tra le mura domestiche, togliendoci la libertà di movimento, intorno alla quale negli ultimi decenni si sono costruite aziende, abitudini, vite, rivoluzioni, strategie e teorie.

Mobilità e città sono due concetti oltremodo connessi e tra loro imprescindibili. La percezione della qualità della vita di una città è, infatti, strettamente correlata alla qualità e alla facilità degli spostamenti che in essa possiamo effettuare.
Il trend mondiale di urbanizzazione in corso, di cui tutti hanno parlato in questi ultimi dieci anni e che era il motore di spinta di una rivoluzione della mobilità cittadina, si arresterà? O troverà nuovo slancio perché le città diventeranno più umane e riusciranno a conciliare operatività, business e qualità della vita in un modo nuovo? Come sarà la mobilità del post COVID-19? Che cosa cambierà e come cambierà il nostro modo di muoverci nei prossimi mesi?
Citando un recente articolo del MIT Technology Review dal titolo We are not going back to normal, alcune cose non torneranno ad essere mai più come prima. Dalla eccezionalità di questo momento, dovremo quindi reinventarci una nuova normalità.

Pensiamo solo all’impatto che lo smart working, così come adottato in queste ultime settimane, ha avuto sulla struttura del mondo del lavoro. Un impatto che a sua volta si estende al mondo dei trasporti portando enormi benefici all’ambiente. Ricordiamoci che, per ciascuno di noi, mantenersi in salute e quindi essere meno attaccabile dal o dai virus, è diventata una esigenza primaria. Ed è questa esigenza che ci farà fare scelte diverse anche e soprattutto in ambito mobilità.
Nei primi mesi della tanto attesa Fase 2, sarà probabilmente forte la tentazione di muoverci individualmente e “al sicuro” nelle nostre auto per raggiungere i centri urbani, ma così facendo rischieremo di tornare indietro, cancellando la spinta innovativa degli ultimi dieci anni.
Quali saranno, quindi, gli assi portanti della mobilità post COVID-19?
Rimarranno, probabilmente, gli stessi su cui le aziende stavano già investendo e grazie ai quali, negli ultimi anni, abbiamo imparato a muoverci in maniera alternativa, premiando le città nelle quali la mobilità innovativa e a basso impatto ambientale è diventata parte del DNA cittadino. Ma, per garantirne la sopravvivenza e l’efficienza, sarà necessario rimodulare questi asset e studiare nuove strategie così da trovare la loro ragion d’essere in epoca post COVID-19. La sharing mobility, l’e-hailing, la micro-mobilità, il trasporto pubblico locale, la mobilità on demand, i pedoni e i ciclisti, la guida autonoma e connessa, l’elettrico: dovranno tutti essere ripensati in logica post-pandemia.

Non sappiamo esattamente quale scenario ci aspetti in futuro. Ciò che però è certo, è che da ogni crisi può nascere un’opportunità e non possiamo più farci trovare impreparati. È per questo che abbiamo ideato Citytech Live, un progetto editoriale che vuole raccogliere il pensiero degli esperti del settore per costruire, insieme ai decisori politici, non solo gli scenari futuri della mobilità, ma anche la mobilità del futuro.
Citytech Live ospiterà interviste, podcast, video e articoli dei più importanti operatori. A tutti chiederemo di svelarci la loro visione della mobilità in epoca Coronavirus, partendo da poche semplici domande uguali per tutti, alle quali poi si potranno aggiungere altre riflessioni più specifiche:
- Come aiutare il settore automotive senza tornare ad un eccessivo utilizzo dell’auto privata e accompagnandone la transizione tecnologica?
- Quali interventi economici, fiscali e regolatori si possono attuare nell’immediato?
- Come valorizzare le risorse che saranno disponibili per creare un green deal che supporti moderni sistemi di mobilità pubblica e condivisa?