La parola ad Irene Priolo – Regione Emilia-Romagna

Come riparte la Regione Emilia-Romagna? Protocolli di sicurezza, incentivi al Bike to work e monitoraggio della qualità dell’aria

Sono molte le strategie messe in atto dalla Regione Emilia-Romagna per affrontare la ripartenza nella Fase 2 e nelle successive. Protocolli di sicurezza, prima di tutto, elaborati insieme a Sindacati, Imprese ed Enti Locali, per garantire ad imprese e lavoratori di riaprire in sicurezza, mettendo in campo diverse strategie: dall’attuazione delle linee guida governative, che hanno portato alla distribuzione di 2 milioni di mascherine tra la Fase 1 e la Fase 2, all’implementazione di test sierologici per monitorare la salute dei dipendenti e mettere in campo eventuali misure di tutela. Protocolli di sicurezza particolarmente stringenti sono stati elaborati anche dalle aziende che si occupano di trasporto pubblico per regolamentare l’accesso e il distanziamento nei mezzi di trasporto.

A proposito di mobilità, il lockdown ha cambiato il volto delle nostre città portando ad una diminuzione dell’inquinamento e del traffico e ad un miglioramento della qualità dell’aria. È necessario fare tesoro dei dati acquisiti durante questa fase unica per il nostro Paese, in cui tutto, o quasi, si è fermato, per utilizzarli come strumento di pianificazione efficace per il futuro. Misure come lo smart working, ad esempio, che solo qualche mese fa sembrava impraticabile, ha dimostrato di essere efficace sia in ambito privato che pubblico, con risvolti molto interessanti. Sappiamo, inoltre, da molti studi che la maggior parte delle persone, in ambito urbano, si sposta al di sotto dei 5 km per raggiungere il posto di lavoro. Dobbiamo quindi incentivare l’uso di mezzi sostenibili, come la bicicletta, per il Bike to work per cui Regione Emilia-Romagna ha stanziato 3.2 milioni di euro.

Tornando all’altro effetto del lockdown, ovvero al miglioramento della qualità dell’aria, Regione Emilia-Romagna intende analizzare e sfruttare gli importanti dati raccolti in questo periodo per usarli come strumento di pianificazione all’interno del Piano della Qualità dell’Aria, in scadenza nel 2020, che coinvolgerà le Regioni del Bacino Padano e l’Istituto Superiore di Sanità. A questo si aggiungono un’analisi della qualità dell’acqua, quindi del miglioramento dell’ambiente marittimo, per individuare, insieme al Ministero dell’Ambiente, gli strumenti di pianificazione più efficaci per il futuro e uno studio epidemiologico per capire se e quanto effettivamente l’inquinamento abbia favorito la diffusione del virus.

Ne abbiamo parlato con Irene Priolo, Assessore all’ambiente, difesa del suolo e della costa e protezione civile, della Regione Emilia-Romagna

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