La parola a Gabriele Grea – Università Bocconi

Parola chiave: flessibilità, razionalità e velocità di reazione

Secondo la maggior parte degli esperti, la crisi collegata all’emergenza Covid-19 è destinata a produrre effetti permanenti sui sistemi di mobilità urbana esistenti. Questo vale sia nel medio periodo, con le necessità di adeguamento e adattamento alle prescrizioni di sicurezza definite per la fase due e le successive, che nel lungo, quando ci troveremo a verificare il reale impatto della crisi sui comportamenti dei cittadini destinati a consolidarsi nel tempo.

Le amministrazioni dovranno rendere i propri strumenti di pianificazione sempre più dinamici. Le imprese dovranno puntare su una crescente capacità adattiva cercando di integrare maggiormente, rifocalizzare e in alcuni casi diversificare l’offerta. I cittadini dovranno abituarsi a un “total cost of mobility” più elevato, e di conseguenza a una gestione più razionale delle loro scelte di mobilità e approvvigionamento.

La necessità di adattarsi a un progressivo cambiamento delle regole di sicurezza nel medio periodo impone sia alle amministrazioni e alle imprese di dotarsi di strumenti regolamentari e economici per garantire una maggiore velocità di reazione. In questo caso la parola chiave è flessibilità: dal lato dell’offerta nel fornire soluzioni in grado di soddisfare bisogni differenziati nel rispetto delle regole, dal lato della domanda nella scelta razionale delle opportunità e delle modalità di movimento. Le sfide connesse a questa prima fase riguardano certamente il reperimento di risorse economiche (i costi della mobilità aumentano, effetto di funzioni di produzione forzatamente subottimali), e la necessità di coinvolgere una pluralità di attori per sviluppare un’offerta integrata ed efficiente (sviluppando e testando nuovi impianti regolatori, schemi di incentivazione e modelli collaborativi).

Nel lungo periodo, alcuni effetti della crisi saranno inevitabilmente inglobati nei nuovi equilibri. Da un lato, esiste il concreto rischio di disruption dei sistemi di mobilità collettiva e sostenibile, con un ridimensionamento permanente della capacità produttiva dettato dall’uscita dal mercato di una parte degli attori e una diminuzione della domanda. Dall’altro è auspicabile invece che la risposta del sistema sia efficace e orientata all’innovazione, e che la crisi porti in dote soluzioni nuove e approcci collaborativi, consapevolezza dei limiti attuali e delle opportunità generate da comportamenti e scelte più razionali. Uno degli aspetti più interessanti, dal punto di vista della ricerca applicata, è certamente l’analisi del potenziale contributo dell’innovazione nello sviluppare risposte concrete ed efficaci alle nuove esigenze e modelli di mobilità dei cittadini, tenendo in considerazione gli obiettivi di sostenibilità e coesione sociale.

Innovazioni tecnologiche come le piattaforme per l’integrazione dei servizi di mobilità, e innovazioni di mercato come i servizi di condivisione (car, bike, scooter e monopattini) e flessibili (servizi on demand) per fare alcuni esempi, possono e devono contribuire allo sviluppo di una offerta di mobilità sostenibile per tutti i cittadini. Ma per farlo in maniera efficace e inclusiva devono essere capaci di confluire in un nuovo ecosistema di mobilità, disegnato da uno schema di regole che garantiscano trasparenza ed equità nell’accesso al mercato, e caratterizzato da un approccio normativo adattivo. Affinché questo avvenga è fondamentale il ruolo dei policymaker, non solo nella pianificazione ma anche nella definizione di regole e assetti competitivi in grado di estrarre valore aggiunto per il cittadino dalla competizione e dalle complementarità tra i differenti servizi, e nella negoziazione con service provider pubblici e privati.

La ricerca economica fornisce un importante supporto allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi e di business attraverso la costruzione di scenari, l’analisi di impatti economici, sociali e ambientali e l’elaborazione di raccomandazioni per la definizione di nuove regole orientate a massimizzare i benefici riducendo i costi sociali. La situazione contingente espone il settore della mobilità al rischio concreto di un utilizzo esponenzialmente crescente e quindi insostenibile della mobilità privata motorizzata. Il pianificatore della mobilità è abituato ad agire con l’obiettivo di ottimizzare il consumo delle risorse scarse, rappresentate dallo spazio (strade e altre infrastrutture) e dal tempo (dei cittadini): combinare le necessità e la libertà di spostamento di tutti con nuove regole, temporanee e non, richiede una attenta valutazione dell’opportunità delle misure non solo in un’ottica di breve periodo, ma anche e soprattutto immaginandone il potenziale futuro.

In particolare, Regioni e Enti locali sono chiamati a ridisegnare lo spazio urbano e non, per facilitare una efficiente diversificazione dell’offerta di mobilità. Infrastrutture adatte a far coesistere differenti modalità di trasporto e tipologie di flusso, ma anche nodi di interscambio sicuri e intelligenti. Allo stesso tempo, sarà importante aprire riflessioni approfondite e tecniche sul tema dei tempi delle città e delle regioni, pur garantendo ai settori e sistemi produttivi la possibilità di svolgere nel modo più efficiente e competitivo le loro funzioni.

Lo sviluppo infrastrutturale, la pianificazione dei tempi del territorio, la programmazione e riorganizzazione dei servizi di mobilità devono essere orientati a sostenere e incentivare meccanismi di autoselezione delle scelte di mobilità (tariffe flessibili, premialità per mobilità a basso impatto ambientale), oltre a sostenere il mercato dei servizi pubblici nel breve periodo per garantirne la continuità. Con un occhio di riguardo a quelle misure che hanno il potenziale per divenire strutturali, e contribuire al cambiamento di comportamento verso una modalità più razionale, intermodale e sostenibile.


By Gabriele GreaDocente di economia della mobilità urbana, Master MEMIT, Università Bocconi

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