Coronavirus & Startup: la trasformazione di Busrapido.com da servizio turistico a servizio di mobilità aziendale
Busrapido.com nasce alcuni anni fa a Roma come sito per la prenotazione di autobus con conducente per viaggi di gruppo, per poi svilupparsi su tutto il territorio italiano ed iniziare, nel 2019, un processo di internazionalizzazione nel Regno Unito. Oggi la startup italiana è la rete di aziende di trasporto più grande in Europa con più di 450 partner certificati e 4.800 veicoli tra Italia e Regno Unito.
Tutto molto bene, finché non è arrivato il Covid-19 e il business di Busrapido tradizionalmente legato al settore turistico ha subito una brusca frenata. Ma questo non ha fermato la startup, che si è reinventata, soprattutto in chiave di sicurezza, lanciando un nuovo servizio per il trasporto dei dipendenti delle grandi aziende che coprisse le nuove esigenze di mobilità del mondo business, per contrastare e prevenire la diffusione del virus durante la nuova delicata fase di ripartenza del Paese. Tutto all’insegna dell’innovazione tecnologica che permette un’esperienza totalmente digitale, contactless, touchless e su misura.
Abbiamo parlato di tutto questo con Roberto Ricci, Founder & CEO Busrapido.com
Trasporto pubblico, multimodalità e mobility management: le soluzioni di AMAT per la mobilità del futuro
Come ben sappiamo, AMAT – Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio Milano monitora costantemente i sistemi di mobilità e di trasporto della città di Milano, così come analizza i dati di alcuni parametri ambientali. Ma in particolare, a partire dal 22 febbraio, ha avviato un lavoro di analisi, in costante aggiornamento, finalizzato all’interpretazione di questi parametri in conseguenza delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria del Covid-19.
Gloria Zavatta, Amministratore Unico di AMAT, ci ha raccontato quali sono stati gli indicatori della mobilità analizzati e cosa è emerso dall’elaborazione di questi dati per quanto riguarda l’impatto che il Covid ha avuto sugli spostamenti dei milanesi, ma anche come è cambiata la qualità dell’aria durante il lockdown e nella fase 2 e cosa bisogna fare, o cosa è già stato fatto, per cercare di mantenere bassi i livelli di inquinamento sia atmosferico che acustico. Il monotoraggio è disponibile a questo link: https://covid19ambientemobilita.weebly.com/
Si è parlato poi di mobilità condivisa e di quello che sarà il futuro dello sharing in un’ottica di convivenza con il virus a Milano, di smart working e di come le aziende stanno tornando o dovranno tornare a far spostare i propri dipendenti. In questo senso, la figura del Mobility Manager assume sempre più un ruolo fondamentale in quanto favorisce l’attuazione di politiche di mobilità sostenibile ottimizzando gli spostamenti casa-lavoro, riducendo l’uso dell’auto privata e individuando soluzioni di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale. Il Comune di Milano con il supporto di AMAT sta portando avanti un programma di iniziative e attività finalizzate alla promozione e diffusione di politiche di mobility management, incluse le buone pratiche aziendali, finalizzate al miglioramento dell’accessibilità “sostenibile” del territorio e alla riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera.
Abbiamo parlato di tutto questo con Gloria Zavatta, Amministratore Unico di AMAT – Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del Comune di Milano
Le pillole di Citytech Live
Approfondimento sulla mobilità durante il lockdown realizzato da AMAT Roberta Righini, Responsabile Mobilità Sostenibile, Direzione Pianificazione Mobilità – AMAT
Approfondimento sulla qualità dell’aria durante il lockdown realizzato da AMAT Silvia Moroni, Project Manager e Senior Expert Pianificazione e Monitoraggio della Qualità dell’Aria e Action Leader della Partnership on Air Quality dell’Urban Agenda for the EU – AMAT
Approfondimento sulla gestione della logistica del piano di consegna degli aiuti alimentari promosso dalla rete “Milano Aiuta” durante l’emergenza sanitaria. Alessandro Giovannini, Consulente Direzione Pianificazione Mobilità – AMAT
Le soluzioni di micro mobilità di Movi by Mobike, tra cambio di marchio e nuova proprietà.
Tra le maggiori conseguenze del recente cambio di proprietà che ha portato, lo scorso gennaio, alla nascita del marchio Movi by Mobike, gestito dall’azienda italiana Idri BK, che già gestiva il servizio di bike sharing in diverse città italiane, e ha, ora, acquisito l’attività di Mobike in altri mercati europei, vi sonola titolarità della App ed una maggiore customizzazione dei prodotti.Ma ciò che caratterizzerà ancor più la società, sarà il suo posizionamento come fornitore di servizi di micromobilità in condivisione, quindi anche di monopattini elettrici, che privilegerà le città che vogliono disincentivare l’utilizzo dell’auto privata e liberare spazio pubblico. Ne abbiamo parlato con Davide Lazzari, Responsabile Business Development e Public Affairs di MOVI by Mobike.
Ne abbiamo parlato con Davide Lazzari, Responsabile Business Development e Public Affairs di MOVI by Mobike.
Il futuro della mobilità passa dai dati e dalla tecnologia. Lo sappiamo tutti, ormai, ed è un concetto ampiamente condiviso che non suscita reazioni avverse. Eppure, ancora una volta, il sistema regolatorio a supporto dell’innovazione è latitante e non sembra rendersi conto di quanto il problema sia urgente e scottante.
Abbiamo intervistato Chris Snyder (CEO ViaVan) e Carlo Iacovini (marketing director Local Motors) per capire il loro punto di vista sulla situazione attuale e sull’immediato futuro: entrambe le aziende lavorano in partnership con le società di trasporto pubblico locale e entrambe offrono soluzioni tecnologiche avanzate che in alcuni casi richiedono un supporto da parte del regolatore locale per poter esprimere il loro potenziale innovativo. L’obiettivo è comune, cioè evitare il ritorno all’auto privata con un solo passeggero a bordo privilegiando una mobilità connessa e multimodale in cui ogni pezzo del puzzle si incastri alla perfezione con tutti gli altri. La mobilità on demand di ViaVan e la guida autonoma di Local Motors sono pezzi indispensabile per la smart city di oggi e di domani.
Ne abbiamo parlato con Chris Snyder, CEO di ViaVan e Carlo Iacovini, Marketing Director di Local Motors
Riorganizzazione del servizio e sensibilizzazione dell’utenza: ecco le strategie di ATM per la ripartenza del TPL a Milano
Le regole sul distanziamento fisico di 1 metro imposte dall’emergenza da Covid-19 hanno portato ad una drastica riduzione della capacità del trasporto pubblico locale: i mezzi possono, infatti, garantire circa il 25% della normale capacità di carico. Queste limitazioni stanno avendo e continueranno ad avere un impatto notevole sulle modalità di spostamento degli utenti e comporteranno necessariamente un aumento dei tempi di viaggio. È qui che entra in gioco la capacità riorganizzativa delle aziende di trasporto pubblico che devono mettere in atto azioni concrete per diluire l’afflusso dei passeggeri, evitando assembramenti, sfruttando il più possibile le capacità di carico dei mezzi e separando i flussi in entrata e in uscita. Ma bisogna puntare anche su una forte sensibilizzazione dell’utenza, volta alla conoscenza e al rispetto delle nuove regole della cosiddetta Fase 2, in modo da consentire la massima collaborazione possibile.
Di questo e di com’è andato l’inizio della Fase 2 a Milano, abbiamo parlato con Alberto Zorzan, Direttore Operations di ATM SpA.
Come trasformarsi ai tempi del Covid: da professionisti dell’autolavaggio ad esperti della sanificazione
Wash Out, startup milanese che offre un servizio di lavaggio auto e moto tramite App, che ti raggiunge ovunque tu abbia parcheggiato e lava il veicolo direttamente in strada, oltre ad essere altamente innovativa è anche eco-sostenibile. Utilizzando prodotti waterless 100% ecologici, permette, infatti, di risparmiare fino a 160 litri d’acqua per ogni lavaggio. Il servizio, già attivo in 5 città italiane, dal 2016 è diventato anche B2B, estendendosi anche a molti operatori del settore mobilità, come il car sharing, o del settore automotive, come i dealer.
In seguito alla pandemia del Covid-19, il servizio ha subito un’ulteriore trasformazione, lanciando un processo di sanificazione che la società ha proposto alle grandi flotte aziendali. Grazie a determinazione, capacità di resilienza e creatività, dunque, in due mesi la società ha stravolto le proprie operations dando vita ad un nuovo modello di business, attualmente in crescita. Ne abbiamo parlato con Christian Padovan, CEO e Co-Founder di Wash Out.
Ne abbiamo parlato con Christian Padovan, CEO e Co-Founder di Wash Out
Tecnologie a supporto della Fase 2 per convivere con il virus
Le tecnologie possono supportare la ripartenza nella cosiddetta Fase 2, creando soluzioni innovative che permettano di convivere in maniera più sicura con il Covid-19. Un esempio concreto ci arriva da Flowbird, società che fornisce soluzioni per la mobilità e la sosta, che ha brevettato un dispenser di gel idro-alcolico che può essere integrato nelle loro casse di pagamento automatiche. Il brevetto è già stato registrato e sarà operativo da giugno a Milano per poi arrivare presto in altre città.
Ne abbiamo parlato con Vezio Maggioni, Amministratore Delegato di Flowbird
Le strategie di BMW Italia per la ripartenza: Sicurezza, digitalizzazione e valore della resilienza
Messa in sicurezza, digitalizzazione e valore della resilienza sono i tre pilastri su cui si è basata la programmazione della ripartenza di BMW Italia, che, in realtà, anche nei mesi di lockdown non si è mai fermata. Grazie alle tecnologie digitali e allo smart working, infatti, il Gruppo ha mantenuto vivo e alimentato un contatto continuativo con la propria clientela, che ha permesso di ripartire a tutti gli effetti il 4 maggio, con la cosiddetta Fase 2. Anche la comunicazione non si è mai interrotta ma ha scelto di cambiare completamente approccio comunicando valori ed emozioni, grazie al brand Ambassador Alessandro Zanardi che, attraverso la sua esperienza di vita, ha testimoniato cosa significa resilienza, dando un messaggio di speranza per superare la difficile fase di lockdown, in attesa di quelle successive. Tra le altre tematiche affrontate il ruolo della mobilità sostenibile ed elettrica nelle direttrici di sviluppo del settore Automotive e la Fase 2 come opportunità di rinnovo del parco auto circolante, importante sia per rilanciare l’economia che per migliorare la qualità dell’aria del nostro Paese.
Ne abbiamo parlato con Roberto Olivi, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di BMW Italia
Parola chiave: flessibilità, razionalitàe velocità di reazione
Secondo la maggior parte degli esperti, la crisi collegata all’emergenza Covid-19 è destinata a produrre effetti permanenti sui sistemi di mobilità urbana esistenti. Questo vale sia nel medio periodo, con le necessità di adeguamento e adattamento alle prescrizioni di sicurezza definite per la fase due e le successive, che nel lungo, quando ci troveremo a verificare il reale impatto della crisi sui comportamenti dei cittadini destinati a consolidarsi nel tempo.
Le amministrazioni dovranno rendere i propri strumenti di pianificazione sempre più dinamici. Le imprese dovranno puntare su una crescente capacità adattiva cercando di integrare maggiormente, rifocalizzare e in alcuni casi diversificare l’offerta. I cittadini dovranno abituarsi a un “total cost of mobility” più elevato, e di conseguenza a una gestione più razionale delle loro scelte di mobilità e approvvigionamento.
La necessità di adattarsi a un progressivo cambiamento delle regole di sicurezza nel medio periodo impone sia alle amministrazioni e alle imprese di dotarsi di strumenti regolamentari e economici per garantire una maggiore velocità di reazione. In questo caso la parola chiave è flessibilità: dal lato dell’offerta nel fornire soluzioni in grado di soddisfare bisogni differenziati nel rispetto delle regole, dal lato della domanda nella scelta razionale delle opportunità e delle modalità di movimento. Le sfide connesse a questa prima fase riguardano certamente il reperimento di risorse economiche (i costi della mobilità aumentano, effetto di funzioni di produzione forzatamente subottimali), e la necessità di coinvolgere una pluralità di attori per sviluppare un’offerta integrata ed efficiente (sviluppando e testando nuovi impianti regolatori, schemi di incentivazione e modelli collaborativi).
Nel lungo periodo, alcuni effetti della crisi saranno inevitabilmente inglobati nei nuovi equilibri. Da un lato, esiste il concreto rischio di disruption dei sistemi di mobilità collettiva e sostenibile, con un ridimensionamento permanente della capacità produttiva dettato dall’uscita dal mercato di una parte degli attori e una diminuzione della domanda. Dall’altro è auspicabile invece che la risposta del sistema sia efficace e orientata all’innovazione, e che la crisi porti in dote soluzioni nuove e approcci collaborativi, consapevolezza dei limiti attuali e delle opportunità generate da comportamenti e scelte più razionali. Uno degli aspetti più interessanti, dal punto di vista della ricerca applicata, è certamente l’analisi del potenziale contributo dell’innovazione nello sviluppare risposte concrete ed efficaci alle nuove esigenze e modelli di mobilità dei cittadini, tenendo in considerazione gli obiettivi di sostenibilità e coesione sociale.
Innovazioni tecnologiche come le piattaforme per l’integrazione dei servizi di mobilità, e innovazioni di mercato come i servizi di condivisione (car, bike, scooter e monopattini) e flessibili (servizi on demand) per fare alcuni esempi, possono e devono contribuire allo sviluppo di una offerta di mobilità sostenibile per tutti i cittadini. Ma per farlo in maniera efficace e inclusiva devono essere capaci di confluire in un nuovo ecosistema di mobilità, disegnato da uno schema di regole che garantiscano trasparenza ed equità nell’accesso al mercato, e caratterizzato da un approccio normativo adattivo. Affinché questo avvenga è fondamentale il ruolo dei policymaker, non solo nella pianificazione ma anche nella definizione di regole e assetti competitivi in grado di estrarre valore aggiunto per il cittadino dalla competizione e dalle complementarità tra i differenti servizi, e nella negoziazione con service provider pubblici e privati.
La ricerca economica fornisce un importante supporto allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi e di business attraverso la costruzione di scenari, l’analisi di impatti economici, sociali e ambientali e l’elaborazione di raccomandazioni per la definizione di nuove regole orientate a massimizzare i benefici riducendo i costi sociali. La situazione contingente espone il settore della mobilità al rischio concreto di un utilizzo esponenzialmente crescente e quindi insostenibile della mobilità privata motorizzata. Il pianificatore della mobilità è abituato ad agire con l’obiettivo di ottimizzare il consumo delle risorse scarse, rappresentate dallo spazio (strade e altre infrastrutture) e dal tempo (dei cittadini): combinare le necessità e la libertà di spostamento di tutti con nuove regole, temporanee e non, richiede una attenta valutazione dell’opportunità delle misure non solo in un’ottica di breve periodo, ma anche e soprattutto immaginandone il potenziale futuro.
In particolare, Regioni e Enti locali sono chiamati a ridisegnare lo spazio urbano e non, per facilitare una efficiente diversificazione dell’offerta di mobilità. Infrastrutture adatte a far coesistere differenti modalità di trasporto e tipologie di flusso, ma anche nodi di interscambio sicuri e intelligenti. Allo stesso tempo, sarà importante aprire riflessioni approfondite e tecniche sul tema dei tempi delle città e delle regioni, pur garantendo ai settori e sistemi produttivi la possibilità di svolgere nel modo più efficiente e competitivo le loro funzioni.
Lo sviluppo infrastrutturale, la pianificazione dei tempi del territorio, la programmazione e riorganizzazione dei servizi di mobilità devono essere orientati a sostenere e incentivare meccanismi di autoselezione delle scelte di mobilità (tariffe flessibili, premialità per mobilità a basso impatto ambientale), oltre a sostenere il mercato dei servizi pubblici nel breve periodo per garantirne la continuità. Con un occhio di riguardo a quelle misure che hanno il potenziale per divenire strutturali, e contribuire al cambiamento di comportamento verso una modalità più razionale, intermodale e sostenibile.
By Gabriele Grea – Docente di economia della mobilità urbana, Master MEMIT, Università Bocconi
Un settore in equilibrio precario: come potrà sopravvivere il trasporto di bus di linea a lunga percorrenza?
Gli effetti del Covid e delle restrizioni attuate dal Governo sono davvero devastanti per diversi settori. Ma forse, il trasporto di bus di linea a lunga percorrenza è uno di quei settori che ha subìto più perdite e ha incontrato maggiori difficoltà. E tuttora fatica a vedere una possibilità di ripresa e ripartenza. A fronte di un’inevitabile riduzione del servizio, visti i protocolli necessari a salvaguardare la salute dei viaggiatori, sembrano non arrivare aiuti concreti da parte dello Stato.
Solo con Flixbus viaggiano 10 milioni di passeggeri l’anno che, grazie anche alle tariffe low cost, sono in grado di raggiungere centinaia di borghi italiani, difficilmente collegati. Quei comuni su cui tanto si pensa di investire anche per la ripresa del turismo, un settore che senza trasporti economicamente accessibili non potrà mai risollevarsi. Tra questi passeggeri ci sono anche cittadini che vivono in aree del Paese poco connesse e per i quali il bus è l’unica garanzia di mobilità.
Ne abbiamo parlato con Andrea Incondi, Country Manager Italia di Flixbus