La parola a Gabriele Grea – Università Bocconi

Parola chiave: flessibilità, razionalità e velocità di reazione

Secondo la maggior parte degli esperti, la crisi collegata all’emergenza Covid-19 è destinata a produrre effetti permanenti sui sistemi di mobilità urbana esistenti. Questo vale sia nel medio periodo, con le necessità di adeguamento e adattamento alle prescrizioni di sicurezza definite per la fase due e le successive, che nel lungo, quando ci troveremo a verificare il reale impatto della crisi sui comportamenti dei cittadini destinati a consolidarsi nel tempo.

Le amministrazioni dovranno rendere i propri strumenti di pianificazione sempre più dinamici. Le imprese dovranno puntare su una crescente capacità adattiva cercando di integrare maggiormente, rifocalizzare e in alcuni casi diversificare l’offerta. I cittadini dovranno abituarsi a un “total cost of mobility” più elevato, e di conseguenza a una gestione più razionale delle loro scelte di mobilità e approvvigionamento.

La necessità di adattarsi a un progressivo cambiamento delle regole di sicurezza nel medio periodo impone sia alle amministrazioni e alle imprese di dotarsi di strumenti regolamentari e economici per garantire una maggiore velocità di reazione. In questo caso la parola chiave è flessibilità: dal lato dell’offerta nel fornire soluzioni in grado di soddisfare bisogni differenziati nel rispetto delle regole, dal lato della domanda nella scelta razionale delle opportunità e delle modalità di movimento. Le sfide connesse a questa prima fase riguardano certamente il reperimento di risorse economiche (i costi della mobilità aumentano, effetto di funzioni di produzione forzatamente subottimali), e la necessità di coinvolgere una pluralità di attori per sviluppare un’offerta integrata ed efficiente (sviluppando e testando nuovi impianti regolatori, schemi di incentivazione e modelli collaborativi).

Nel lungo periodo, alcuni effetti della crisi saranno inevitabilmente inglobati nei nuovi equilibri. Da un lato, esiste il concreto rischio di disruption dei sistemi di mobilità collettiva e sostenibile, con un ridimensionamento permanente della capacità produttiva dettato dall’uscita dal mercato di una parte degli attori e una diminuzione della domanda. Dall’altro è auspicabile invece che la risposta del sistema sia efficace e orientata all’innovazione, e che la crisi porti in dote soluzioni nuove e approcci collaborativi, consapevolezza dei limiti attuali e delle opportunità generate da comportamenti e scelte più razionali. Uno degli aspetti più interessanti, dal punto di vista della ricerca applicata, è certamente l’analisi del potenziale contributo dell’innovazione nello sviluppare risposte concrete ed efficaci alle nuove esigenze e modelli di mobilità dei cittadini, tenendo in considerazione gli obiettivi di sostenibilità e coesione sociale.

Innovazioni tecnologiche come le piattaforme per l’integrazione dei servizi di mobilità, e innovazioni di mercato come i servizi di condivisione (car, bike, scooter e monopattini) e flessibili (servizi on demand) per fare alcuni esempi, possono e devono contribuire allo sviluppo di una offerta di mobilità sostenibile per tutti i cittadini. Ma per farlo in maniera efficace e inclusiva devono essere capaci di confluire in un nuovo ecosistema di mobilità, disegnato da uno schema di regole che garantiscano trasparenza ed equità nell’accesso al mercato, e caratterizzato da un approccio normativo adattivo. Affinché questo avvenga è fondamentale il ruolo dei policymaker, non solo nella pianificazione ma anche nella definizione di regole e assetti competitivi in grado di estrarre valore aggiunto per il cittadino dalla competizione e dalle complementarità tra i differenti servizi, e nella negoziazione con service provider pubblici e privati.

La ricerca economica fornisce un importante supporto allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi e di business attraverso la costruzione di scenari, l’analisi di impatti economici, sociali e ambientali e l’elaborazione di raccomandazioni per la definizione di nuove regole orientate a massimizzare i benefici riducendo i costi sociali. La situazione contingente espone il settore della mobilità al rischio concreto di un utilizzo esponenzialmente crescente e quindi insostenibile della mobilità privata motorizzata. Il pianificatore della mobilità è abituato ad agire con l’obiettivo di ottimizzare il consumo delle risorse scarse, rappresentate dallo spazio (strade e altre infrastrutture) e dal tempo (dei cittadini): combinare le necessità e la libertà di spostamento di tutti con nuove regole, temporanee e non, richiede una attenta valutazione dell’opportunità delle misure non solo in un’ottica di breve periodo, ma anche e soprattutto immaginandone il potenziale futuro.

In particolare, Regioni e Enti locali sono chiamati a ridisegnare lo spazio urbano e non, per facilitare una efficiente diversificazione dell’offerta di mobilità. Infrastrutture adatte a far coesistere differenti modalità di trasporto e tipologie di flusso, ma anche nodi di interscambio sicuri e intelligenti. Allo stesso tempo, sarà importante aprire riflessioni approfondite e tecniche sul tema dei tempi delle città e delle regioni, pur garantendo ai settori e sistemi produttivi la possibilità di svolgere nel modo più efficiente e competitivo le loro funzioni.

Lo sviluppo infrastrutturale, la pianificazione dei tempi del territorio, la programmazione e riorganizzazione dei servizi di mobilità devono essere orientati a sostenere e incentivare meccanismi di autoselezione delle scelte di mobilità (tariffe flessibili, premialità per mobilità a basso impatto ambientale), oltre a sostenere il mercato dei servizi pubblici nel breve periodo per garantirne la continuità. Con un occhio di riguardo a quelle misure che hanno il potenziale per divenire strutturali, e contribuire al cambiamento di comportamento verso una modalità più razionale, intermodale e sostenibile.


By Gabriele GreaDocente di economia della mobilità urbana, Master MEMIT, Università Bocconi

Mobilità autonoma: è ora di guidare l’innovazione

L’epidemia di questi mesi ha cambiato tante cose: alcuni processi di crescita vengono accelerati mentre altri potrebbero subire brusche frenate. 

C’è un dibattito diffuso sulle implicazioni nell’industria della guida autonoma, uno dei trend della mobilità più in crescita degli ultimi anni. Da un lato, i più scettici avevano già procrastinato la visione dell’auto autonoma molto avanti nel futuro, soprattutto a causa di limiti tecnologici, barriere normative e investimenti milionari. Dall’altro, segmenti di mercato specifici potrebbero trovare spazi di applicazioni in tempi rapidi, spinti da necessità emerse proprio durante l’emergenza.

Il trend internazionale non sembra rallentare gli investimenti, almeno oltre oceano.

Waymo, l’azienda californiana leader per esperienza e km percorsi, ha appena annunciato un’estensione del proprio round di finanziamento aperto poche settimane fa raccogliendo complessivamente 3 miliardi di $ attraverso una serie di investitori internazionali. Più complessa la sorte di un’altra “star” del settore, Zoox, che da molti anni viaggia su valutazioni a 9 cifre. In questi giorni sono uscite indiscrezioni sul fatto che sia in vendita (alla valutazione di 2.7 miliardi), vittima della crisi del momento. La sensazione è che gli investimenti si stiano indirizzando verso i “leader” di mercato, dove il rischio di fallimento è più basso e il ritorno è al massimo diluito nel tempo.

L’uso della guida autonoma contro il virus

Ma se i robotaxi rappresentano una visione lontana, altri servizi sarebbero stati più che necessari in questi ultimi mesi: la consegna di beni e prodotti di necessità, la possibilità di trasportare persone (magare affette da covid) in maniera sicura e senza essere a contatto con guidatori, la possibilità di erogare servizi medicali o accedere a zone rosse specifiche. Sono state tante le occasioni in cui avremmo potuto utilizzare veicoli speciali a guida autonoma in questi ultimi mesi. Parliamo di nicchie di mercato, non della guida autonoma di massa.

Ma proprio queste nicchie aprono la strada alle sperimentazioni, alla definizione delle regole, alla possibilità di approvare in sicurezza e confrontarsi con gli Enti regolatori e oltrepassare le barriere che spesso frenano nuovi servizi. I Ministeri dei Trasporti e dell’Innovazione hanno presentato un accordo interministeriale durante il Masa Day (15 maggio – nell’ambito del Motor Valley Festival), finalizzato a consultare il mercato per progetti e sperimentazioni di smart mobility per persone, merci e aree urbane a domanda debole. La consultazione è disponibile sul sito Appaltigovernativi.gov. Ma occorre creare competenze diffuse per gestire e operare questi veicoli che oggi si vedono principalmente in mercati evoluti e predisposti all’innovazione.

La nuova iniziativa Ecomobility

In questo contesto nasce Ecomobility, promossa per supportare il cambiamento in Italia e aiutare a costruire le basi per lo sviluppo del settore. È ora di partire e il rilancio economico che il Paese sta disegnando deve basarsi anche sulle nuove tecnologie e i nuovi business ad esse correlati.


By Carlo Iacovini – Board Member, Clickutility on Earth

La parola ad Anna Donati – Kyoto Club

Scelte pubbliche per innovare la mobilità

La Fase 2 è avviata e gli spostamenti delle persone sono ancora ridotti: l’auto è tornata a crescere, il trasporto pubblico fa fatica ad offrire servizi distanziati ma sembra esserci un incremento della mobilità a piedi, in bicicletta e con la micromobilità. Vedremo che accadrà nelle prossime settimane ma il vero banco di prova sarà a settembre con la riapertura delle scuole (si spera) e di molte attività, se riusciremo a non congestionare le nostre città di traffico veicolare, rumore ed inquinamento, tornando alla situazione degli anni ‘90.

Tutto dipenderà dalle scelte pubbliche che verranno adottate dalle Città, dalle Regioni, dalle Politiche nazionali ed anche dalle Politiche Europee delle prossime settimane, se aumenteremo l’insostenibilità del sistema di trasporti o sarà anche questa una buona occasione per cambiare ed accelerare la giusta transizione verso la sostenibilità. Qualcosa si sta muovendo, se anche la Ministra De Micheli parla anche di bicicletta nelle sue interviste.

Le amministrazioni comunali hanno avviato proposte e progetti interessanti per governare la fase due. Gli ambientalisti avanzato soluzioni concrete, le aziende del trasporto pubblico e privato sono in grande difficoltà ma stanno organizzando una reazione. Anche la sharing mobility dopo il duro colpo sta riprogrammando i servizi con nuove regole di sanificazione. Mentre il mondo dell’auto sembra muoversi in prevalenza per tornare al passato, chiedendo incentivi al diesel, il rinvio dell’auto elettrica a dopo il 2025 e la proroga dei limiti alle emissioni di CO2 dei veicoli in sede europea.

Non dimentichiamo che l’allarme Clima resta attuale ed urgente a livello globale e la decarbonizzazione dei trasporti un obiettivo reale del Green Deal Europeo, che è stato confermato come strategia in sede europea.  Le scelte che faremo nelle prossime settimane, le risorse pubbliche che destineremo al sistema economico e produttivo, al sistema di trasporti pubblico e privato, produrranno effetti nei prossimi anni su tutto il sistema.  

Servono cambiamenti strutturali e forti innovazioni, accelerando la decarbonizzazione, dove le Amministrazioni Locali dovranno essere capaci di coordinare in modo deciso ed integrato una offerta intelligente di mobilità, secondo i seguenti criteri:

Risparmiare traffico e spostamenti con lo smart working

Di questi tempi abbiamo imparato in tanti di come lavorare da remoto anche in modo collegiale. Serve spingere e mantenere il lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e delle imprese private, sostenendo quelli che scelgono di andare in questa direzione, anche studiando vantaggi fiscali.

Piano degli orari della città

Vanno ampliati e differenziati gli orari di ingresso nel lavoro, nelle scuole, nei servizi pubblici e privati, nei servizi commerciali, nel tempo libero e la fruizione della cultura, parchi e giardini, per ridurre le ore di punta e utilizzare al meglio gli spazi ed i servizi disponibili, in particolare della sharing mobility e del trasporto collettivo. Sarà importare il ruolo dei Mobility Manager aziendali, scolastici, di area, per incrociare domanda ed offerta ed immaginare gestioni e servizi dedicati.

Sostenere ed allargare la Sharing Mobility

Bike sharing, scooter sharing e micromobilità elettrica sono essenziali come servizi per spostarsi in autonomia e distanziati. Ovviamente i servizi andranno adeguati alle misure vigenti, con precauzioni d’uso e sanificate, elemento che diventerà fondamentale per la ripresa del car sharing, che essendo un sistema chiuso desterà maggiori preoccupazioni per gli utenti.

Avanti tutta con la bicicletta

Tutte le principali associazioni ambientaliste e della mobilità ciclabile hanno inviato un appello a Governo e Città, per chiedere misure straordinarie di promozione della bicicletta. Chiedono corsie d’emergenza dedicate alla mobilità attiva lungo tutte le principali direttrici urbane, sperimentali ed in deroga al Codice della strada. Le città stanno progettando queste corsie d’emergenza ed il MIT ha dichiarato interesse verso queste soluzioni.

Il trasporto pubblico, la vera incognita del futuro

Andranno messi in sicurezza nell’immediato i conti delle aziende per evitare fallimenti e la perdita dei posti di lavoro, poi si dovrà investire nell’adeguamento del servizio per la fase due e tre. Ma anche in questo campo non si deve rinunciare in prospettiva a potenziare il servizio, adeguare il parco mezzi verso l’elettrificazione, ad innovare i servizi di mobilità, ad integrarli con le altre modalità di trasporti, a realizzare nuove reti. Essenziale per la mobilità regionale e metropolitana sono i servizi ferroviari, che dovranno gradualmente riaprire, ovviamente secondo le regole di distanziamento.  Anche il trasporto pubblico non di linea come taxi ed NCC dovrà ripensare alla propria offerta in modo innovativo anche sul piano delle tariffe.

Potenziare i Mobility Manager

Vanno immaginati dei servizi dedicati, flessibili, promossi ed elaborati dai Mobility Manager aziendali, scolastici, di area, che mettano in relazione il numero di spostamenti, la loro distribuzione temporale, con una gestione condivisa dell’auto privata e promuovendo l’istituzione di servizi di trasporto collettivi dedicati ai dipendenti, cui le aziende di trasporto stanno già pensando come risposta alla situazione corrente.  Quindi anche flessibilità ed innovazione saranno essenziali e saranno la base per i servizi MAAS che si sono solo affacciati in Italia e che dovranno decollare adesso.

Elettrificazione dei veicoli e dei servizi

L’allarme clima resta un problema essenziale ed immediato e puntare sulla elettrificazione è necessario, per la sharing mobility, la bicicletta, il trasporto collettivo, per i motoveicoli e l’auto privata. E’ importante andare avanti anche su questo obiettivo, senza tornare indietro sugli investimenti per gli autobus già programmati o sulla quota che il PNIEC ha fissato come obiettivo al 2030.

Non cancelliamo le ZTL e Low Emission Zone

Ogni tanto nel dibattito viene proposto di sospendere anche per tutta la fase due le ZTL e LEZ nelle città: strategia insostenibile proprio perché l’auto tenderà a crescere, per evitare la crescita dell’inquinamento dell’aria e della congestione. Allo stesso modo le regole del pagamento della sosta devono essere ripristinate. Se davvero si vuole dedicare spazio alla mobilità attiva, alla sharing mobility, a far circolare in modo fluido il trasporto collettivo, abbiamo bisogno di avere città libere da milioni di auto in circolazione per garantire spazio e sicurezza.

A livello europeo sarebbe opportuna una sospensione di un anno per le multe destinati alle industrie automobilistiche che in questo 2020 non riusciranno a rispettare i limiti previsti per la gamma dei loro veicoli di 95 grammi di CO2 per chilometro. Non si dovrebbe parlare di moratoria che avrebbe come unico risultato il premiare chi finora è stato meno virtuoso, penalizzando invece chi ha fatto scelte coraggiose con pianificazioni accurate ed enormi investimenti per rispettare le regole.


By Anna DonatiKyoto Club

La parola all’Associazione Club Monopattini Torino

Il monopattino elettrico: un’esperienza innovativa, provata per caso nelle magiche città Europee

L’Associazione Club Monopattini Torino nasce da un gruppo di persone appassionate di innovazioni tecnologiche che, catturate dal potenziale del monopattino, si sono unite per difforne l’utilizzo e sensibilizzare l’utente nei confronti di questo nuovo mezzo di trasporto.

Siamo ispirati dalla frase di Henry Ford “C’è un vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”: infatti, secondo una statistica offerta dal quotidiano Il Sole 24 Ore, in Italia, sono stati acquistati oltre 230 mila mezzi elettrici tra il 2018/2019.

La mobilità elettrica, quindi, potrebbe aiutare notevolmente a snellire il traffico urbano, riducendo i costi dell’utilizzatore per carburante e parcheggio, l’impatto ambientale ed infine migliorando il tenore di vita dell’utente (ansia al volante). Ci soffermiamo un attimo sullo stress automobilistico: secondo il sondaggio di una rispettabilissima compagnia assicurativa, guidare provoca ansia al 48% degli italiani. Sono in molti a somatizzare lo stress con mal di testa, aumento dei battiti cardiaci o senso di nausea. Il parcheggio selvaggio è il comportamento che irrita di più.

Insieme alla giusta collaborazione offerta dalle Istituzioni molto sensibili a questo progetto green e con la Consulta della Mobilità dei Trasporti di Torino, di cui l’Associazione fa parte, si sta svolgendo un lavoro della riqualifica urbanistica, con la realizzazione di piste ciclabili, che sarà un punto fondamentale per proiettarsi rapidamente in un mondo green.

Per quanto riguarda la parte economica sarebbe gradito poter detrarre il costo del mezzo mediante la compilazione del mod. 730.

Crediamo sia di essenziale importanza l’offerta di un servizio in condivisione dei monopattini con la formula del free floating come quelli offerti a Torino da Hive, Helbiz, Tier etc. Queste aziende sono in grado di sopperire ad un esigenza comune a tutti come gli spostamenti in città nelle medie distanze, ad esempio lo spostamento casa-lavoro, e non solo. In questo momento di emergenza legata al Covid-19 si ha molta insicurezza per quanto riguarda i trasporti pubblici, causa di assembramenti: ecco quindi spiegata l’importanza del monopattino. Con la cosiddetta fase 2, le associazioni per la mobilità a Torino continuano a chiedere d’intraprendere rapidi provvedimenti per evitare il diffondersi di questa epidemia. Muoversi col proprio monopattino o la propria e-bike è una delle risposte più sicure rispetto l’utilizzo del mezzo pubblico, in quanto permette di rispettare sia le indicazioni sanitarie sia le ordinanze dei nostri amministratori.

Noi amatori del monopattino apprezziamo la frase storica del grande scienziato Edward Teller:

“La scienza di oggi è la tecnologia di domani”


By Associazione Club Monopattini Torino

Scarica l’infografica dell’Associazione con le caratteristiche principali che devono avere i monopattini e le norme di comportamento da tenere

La parola ad Alessandro Marchetti Tricamo – l’Automobile

Tra sfide e nuove opportunità

La crisi del Coronavirus può essere considerata anche un’opportunità. Un nuovo inzio. La ripresa dovrà avere al centro una nuova consapevolezza sociale, economica e ambientale. E le risorse che arriveranno (speriamo) andranno investite dove si può ottenere il massimo vantaggio per la collettività.

La nuova mobilità post pandemia ruota intorno alla soluzione del problema del trasporto pubblico. La limitazione agli accessi al sistema per motivi di sicurezza porterà a ridurre l’offerta mentre, allo stesso tempo, la crisi economica costringerà più persone a utilizzare il trasporto pubblico. D’altronde, chi non ha un’auto o uno scooter come si muoverà? È questa, più di altre, la parte della popolazione che andrà tutelata. La gestione dei flussi è dunque il problema chiave della fase di ripartenza (e di quella successiva). La soluzione per evitare affollamenti pericolosi passa inevitabilmente attraverso una maggiore frequenza del servizio e un conseguente ampliamento della flotta (e del personale) che deve guardare in particolare a mezzi a metano o elettrici. Non sarà facile, almeno a guardare i bilanci delle municipalizzate, per un settore che da sempre è sostenuto grazie al (ricco) sovvenzionamento pubblico. Sarà fondamentale allora una disincronizzazione degli orari di uffici e scuole in modo da spalmare i flussi di spostamento durante il giorno.

In queste condizioni il mezzo privato avrà un ruolo crescente.

L’auto personale prima di tutto. Ma non solo: l’efficienza dello spostamento diventerà, ancora più di oggi, l’elemento decisionale. In questo scenario di spostamenti a breve e medio raggio potranno (ri)nascere e consolidarsi alternative come bici e monopattini (in sharing o no): modalità resilienti​, in grado di garantire a tutti il diritto alla mobilità, con una minore occupazione di spazio e nel rispetto della distanza di sicurezza. Microveicoli da trovare ovunque e a prezzi più accessibili di oggi: le amministrazioni locali avranno il compito di supportare, anche economicamente, i gestori di questa tipologia di servizi destinati a diventare veri e propri sostituti di trasporto pubblico. È ipotizzabile anche la chiusura di alcune strade – non impattanti sui volumi del traffico circostante – per facilitare questo tipo di spostamenti nella massima sicurezza.

Il sostegno pubblico, a mezzi di micromobilità personale a zero emissioni, può essere ripagato, almeno in parte, dalla riduzione delle esternalità legate all’inquinamento urbano da polveri sottili e ossidi di azoto. In questa direzione lo sviluppo di nuove piste ciclabili – economiche e realizzabili in pochi mesi – può aiutare un parziale riequilibrio della mobilità, sfruttando i 150 milioni di euro inseriti della Legge di Bilancio 2020.

E per l’auto? È l’occasione per fare una radicale trasformazione del nostro parco circolante che conta oltre 11 milioni di veicoli ante Euro 4, su un totale di 39 milioni. Troppi. Bisogna necessariamente renderlo più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza. Il governo deve mettere in atto politiche premianti veicoli con emissioni pari a zero o ridotte al minimo e categorie di auto destinate alle famiglie. In particolare si può pensare ad iniziative di smaltimento degli stock accumulati dalla rete, per sostenere e accelerare la domanda nella seconda parte dell’anno. A essere incentivati dovrebbero essere soprattutto i veicoli che percorrono più chilometri in città ovvero i mezzi commerciali: è probabile ipotizzare che post Coronavirus la diffusione dell’e-commerce continuerà a crescere. La logistica a basso impatto ambientale, soprattutto integrata da consegne locali a zero emissioni (pensiamo a cargobici) deve essere una centralità nel ragionamento sulla nuova mobilità.

A livello europeo sarebbe opportuna una sospensione di un anno per le multe destinati alle industrie automobilistiche che in questo 2020 non riusciranno a rispettare i limiti previsti per la gamma dei loro veicoli di 95 grammi di CO2 per chilometro. Non si dovrebbe parlare di moratoria che avrebbe come unico risultato il premiare chi finora è stato meno virtuoso, penalizzando invece chi ha fatto scelte coraggiose con pianificazioni accurate ed enormi investimenti per rispettare le regole.

Le incertezze riguardano anche il car sharing e il settore taxi.

Le aziende dovranno sanificare periodicamente le auto e il problema riguarda parzialmente anche i taxi. Non sarà facile dal punto di vista operativo ma ciò renderà il servizio nuovamente accettabile per i clienti. L’aggravio di costi, anche in questo caso, dovrà essere in parte supportato dai governi locali. A patto però che nella flotta di car sharing siano introdotti veicoli elettrici, ibridi (full o plug-in) o a biogas. In un processo decisionale dove conta soprattutto l’efficienza dello spostamento, l’auto condivisa e il taxi, seppur più costosi, possono fare la sua parte andando a intercettare una importante fetta di pubblico.

Il mondo della mobilità post pandemia ha diverse sfide davanti a sé, alcune obiettivamente molto difficili ma può contare su un alleato importante: la tecnologia. Tutti i sistemi di cui abbiamo parlato sono già disponibili. Bisogna solo fare uno sforzo per metterli in pratica e non perdere quest’occasione.


By Alessandro Marchetti TricamoDirettore l’Automobile e LuceVerde Radio

Mobility Manager: oggi servono davvero!

Era il 1999 quando insieme ad alcuni amici e colleghi avevo fondato Euromobility, l’associazione dei Mobility Manager. All’epoca era appena uscito il Decreto del Ministero dell’Ambiente che istitutiva questa oscura figura professionale e introduceva i primi concetti di car sharing e dei piani di mobilità aziendale. 

Creare una cultura della mobilità così come coinvolgere le imprese e le istituzioni, all’epoca, fu uno sforzo ciclopico, soprattutto perché in fondo non se ne vedeva la reale necessità, non c’erano sanzioni e i benefici erano residuali. Ma nonostante questo, in oltre 10 anni di attività e grazie al supporto di tanti partner anche internazionali, si era creata una rete in tutta Italia e molti progetti furono realizzati.

Oggi dopo quasi vent’anni potrebbe esserci la svolta.

L’epidemia ha stravolto le nostre abitudini. Dobbiamo completamente ripensare la nostra vita, i tempi delle città, della scuola e del lavoro. Le aziende, ancor più di prima, sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nel ridurre al massimo gli spostamenti e limitare l’auto privata. Ma, al tempo stesso, dovranno conciliare le esigenze sanitarie, che, così come richieste oggi, tendono verso il ritorno all’uso massivo del mezzo individuale. 

Oggi i mobility manager servono davvero

Occorrono strategie, creatività e volontà di cambiare. Ma il momento è propizio. Non tanto perchè una figura professionale, rimasta quasi sempre nel “cassetto”, possa riscoprire un suo ruolo attivo, ma anche perchè abbiamo una sfida da affrontare e soluzioni da realizzare. 

L’elemento più importante è che, in questi vent’anni, l’innovazione è andata avanti facendo passi da gigante. Oggi la tecnologia e la digitalizzazione consentono di realizzare misure prima soltanto immaginate: ci sono tante aziende a start up che hanno attivato servizi di sharing di ogni genere mentre lo smart working è diventato la normalità. Anche le competenze dei mobility manager e delle società di consulenza sono cresciute e oggi possono affiancare le imprese nel momento del cambiamento.

Tra le misure che il Ministero dei Trasporti sta considerando c’è anche l’abbassamento della soglia dei dipendenti delle aziende che devono introdurre il ruolo del mobility manager: in origine erano 300 dipendenti, oggi si parla di scendere alle aziende con 100 dipendenti. Questo vorrebbe dire allargare enormemente le possibilità di azione e creare davvero una cultura della mobilità aziendale. Un possibile nuovo driver di crescita e di competenze per la ripartenza. 


By Carlo Iacovini – Board Member, Clickutility on Earth

Il nuovo volto della mobilità dopo il Covid-19

Partecipa all’indagine di Citytech Live

Il Covid-19 ha segnato di certo un momento di svolta. La mobilità urbana si trova davanti ad un bivio: l’era pre e l’era post Coronavirus. Quale sarà la strada che intraprenderemo? Come rimoduleremo le nostre abitudini di mobilità durante la cosiddetta fase 2? Quando sarà annunciata la fine dell’emergenza, saremo pronti a tornare ad utilizzare i mezzi pubblici o i servizi in sharing?

Attraverso un breve questionario, analizzeremo insieme come il Covid-19 ha trasformato e continuerà a trasformare i nostri spostamenti e la nostra propensione ad adottare un modello che eviti un nuovo aumento dei contagi.

Il questionario è stato preparato da Citytech Live e i risultati, anonimi e in forma aggregata, saranno divulgati attraverso un comunicato stampa e i canali social della società.

Aiutaci a diffondere l’indagine!
Con un maggior numero di risposte, avremo a disposizione dati ancora più attendibili.

Mobilità e Covid-19, quali saranno i nuovi trend?

C.A.S.E. è l’acronimo che racchiude le tendenze più recenti nel settore della mobilità, sempre più connessa, autonoma, condivisa ed elettrica (Connectivity, Automation, Sharing, Electric mobility).

Ora che l’epidemia da Covid-19 ha bloccato interi Paesi ed economie, l’industria pensa a come sarà il futuro. Gli impatti della crisi andranno molto al di là di ciò che pensiamo e il problema principale sarà come mantenere finanziariamente stabili le società globali mentre la produzione è chiusa, prevedendo che la domanda non si riaccenderà con un semplice clic dopo che la crisi sarà finita. A breve termine, i Governi e le istituzioni bancarie forniranno ingenti liquidità alle aziende per mantenere i dipendenti e riavviare la produzione. Nel frattempo, i Governi dovranno valutare più scenari prendendo in considerazione nuove tendenze.

Transizione verso la tecnologia elettrica

Vi è un ampio dibattito sulla correlazione tra lo scoppio del Covid-19 e l’inquinamento. Ne sono una prova il calo delle emissioni causato dal lockdown e di come il virus si diffonda maggiormente nelle regioni più inquinate (in particolare nel nord Italia).

Queste relazioni dovrebbero supportare gli investimenti in veicoli elettrici per ridurre le emissioni globali dei trasporti. La transizione verso l’elettrico non può essere fermata facilmente dopo oltre un decennio di ricerca, sviluppo e pianificazione dei prodotti, ma, poiché il mercato è ancora guidato dalla politica più che dai consumatori, la caduta della domanda generale potrebbe rallentare significativamente il processo.

La crisi economica fermerà le nuove vendite (in Cina sono scese oltre l’80%) e un ritardo nell’adozione di massa di veicoli elettrici potrebbe diventare una conseguenza da considerare. Le case automobilistiche faranno leva su queste condizioni per rallentare il processo e spingere verso un approccio di neutralità tecnologica, per aumentare le vendite e combattere l’inquinamento, in parallelo, attraverso i prodotti disponibili a metano, GPL ed Euro 6. L’intero settore ha già chiesto all’organismo di regolamentazione dell’UE di posticipare le penalità per non aver raggiunto gli obiettivi target dell’UE nel ridurre le emissioni totali, mentre alcuni vertici aziendali stanno già condividendo sul mercato diverse decisioni strategiche (come il proprietario di JLR TATA che cerca un partner per la divisione automobilistica).


Automazione

Questa tanto attesa rivoluzione dovrà cambiare le priorità e i principali modelli di business. Da un lato il telecontrollo e i veicoli a guida autonoma devono essere ampiamente adottati per applicazioni specifiche, come la guida in aree riservate, la disinfezione delle strade, la consegna di piccoli beni. D’altra parte, alcuni dei servizi globali dirompenti, come i robotaxi, potrebbero diventare meno attraenti per i consumatori, influenzati dall’obbligo dalla distanza sociale e dalle restrizioni sulla mobilità condivisa. L’industria dei software per la mobilità autonoma non dovrebbe essere direttamente interessata dall’epidemia, poiché la sfida si giocherà maggiormente su quale segmento continuerà ad essere in cima alla lista.


La mobilità in sharing

La tendenza della mobilità in sharing dovrà affrontare le maggiori minacce. Distanza sociale diventerà una parola molto comune e ancor più un requisito per i prossimi 12/18 mesi per evitare i picchi dell’epidemia. Di conseguenza, quanti degli attuali utenti si sentiranno ancora a proprio agio nella condivisione con altri di corse o di un veicolo? Quanto si sentiranno sicuri sedendosi a meno di 1 metro di distanza gli uni dagli altri? Il Covid-19 sta cambiando la nostra cultura e i nostri valori personali. L’aspetto sanitario e la prevenzione diventeranno la priorità e i clienti si comporteranno di conseguenza. Le aziende di rental e car sharing potrebbero mitigare le nuove preoccupazioni future attraverso strumenti speciali, per dare fiducia su come i veicoli verranno puliti e disinfettati dopo ogni corsa. Vediamo già attori di spicco, come Getaround, che affrontano problemi finanziari negli Stati Uniti mentre cercano un acquirente o, al contrario, uno dei principali attori dell’UE nella condivisione della mobilità, Wunder, che sta investendo per acquisire software per il noleggio.


Connettività

Non ci saranno veri e propri impatti negativi sulla connettività. L’infrastruttura di comunicazione necessaria per l’auto e il sistema di infotainment globale per migliorare l’esperienza di guida, rimarrà una caratteristica chiave di ogni veicolo, non importa per quale segmento e utente target saranno costruiti. La cronologia di tali cambiamenti varierà geograficamente anche se l’industria automobilistica è un settore globale (in particolare per i componenti e la catena di approvvigionamento). L’Europa rischia di più a causa della domanda stagnante a fronte di grandi produzioni per rimanere in vita, ma almeno andrà oltre il Covid prima degli Stati Uniti (dove è iniziato dopo), mentre la Cina ha già riaperto, e tutti sperano che spingerà il mercato aumentando la domanda. La situazione globale è ancora molto fluida e le prossime settimane saranno cruciali per capire quale sarà il prossimo step.

By Carlo Iacovini – Board Member, Clickutility on Earth

Nasce Citytech Live, il racconto della mobilità ai tempi del COVID-19

Una straordinaria normalità: thinking outside the (mobility) box 

Le città sono ferme, come non lo sono mai state. La qualità dell’aria è così incredibilmente migliorata che non sembra neanche più di vivere in città. Il silenzio è tornato a regnare sul caos dei rumori prodotti dagli uomini e dalla mobilità umana. Il COVID-19 ha cambiato regole, ritmi e priorità: ci ha relegato tra le mura domestiche, togliendoci la libertà di movimento, intorno alla quale negli ultimi decenni si sono costruite aziende, abitudini, vite, rivoluzioni, strategie e teorie.

Mobilità e città sono due concetti oltremodo connessi e tra loro imprescindibili. La percezione della qualità della vita di una città è, infatti, strettamente correlata alla qualità e alla facilità degli spostamenti che in essa possiamo effettuare. 

Il trend mondiale di urbanizzazione in corso, di cui tutti hanno parlato in questi ultimi dieci anni e che era il motore di spinta di una rivoluzione della mobilità cittadina, si arresterà? O troverà nuovo slancio perché le città diventeranno più umane e riusciranno a conciliare operatività, business e qualità della vita in un modo nuovo? Come sarà la mobilità del post COVID-19? Che cosa cambierà e come cambierà il nostro modo di muoverci nei prossimi mesi?

Citando un recente articolo del MIT Technology Review dal titolo We are not going back to normal, alcune cose non torneranno ad essere mai più come prima. Dalla eccezionalità di questo momento, dovremo quindi reinventarci una nuova normalità.

Pensiamo solo all’impatto che lo smart working, così come adottato in queste ultime settimane, ha avuto sulla struttura del mondo del lavoro. Un impatto che a sua volta si estende al mondo dei trasporti portando enormi benefici all’ambiente.  Ricordiamoci che, per ciascuno di noi, mantenersi in salute e quindi essere meno attaccabile dal o dai virus, è diventata una esigenza primaria. Ed è questa esigenza che ci farà fare scelte diverse anche e soprattutto in ambito mobilità.

Nei primi mesi della tanto attesa Fase 2, sarà probabilmente forte la tentazione di muoverci individualmente e “al sicuro” nelle nostre auto per raggiungere i centri urbani, ma così facendo rischieremo di tornare indietro, cancellando la spinta innovativa degli ultimi dieci anni.  

Quali saranno, quindi, gli assi portanti della mobilità post COVID-19? 

Rimarranno, probabilmente, gli stessi su cui le aziende stavano già investendo e grazie ai quali, negli ultimi anni, abbiamo imparato a muoverci in maniera alternativa, premiando le città nelle quali la mobilità innovativa e a basso impatto ambientale è diventata parte del DNA cittadino. Ma, per garantirne la sopravvivenza e l’efficienza, sarà necessario rimodulare questi asset e studiare nuove strategie così da trovare la loro ragion d’essere in epoca post COVID-19. La sharing mobility, l’e-hailing, la micro-mobilità, il trasporto pubblico locale, la mobilità on demand, i pedoni e i ciclisti, la guida autonoma e connessa, l’elettrico: dovranno tutti essere ripensati in logica post-pandemia.

Non sappiamo esattamente quale scenario ci aspetti in futuro. Ciò che però è certo, è che da ogni crisi può nascere un’opportunità e non possiamo più farci trovare impreparati. È per questo che abbiamo ideato Citytech Live, un progetto editoriale che vuole raccogliere il pensiero degli esperti del settore per costruire, insieme ai decisori politici, non solo gli scenari futuri della mobilità, ma anche la mobilità del futuro. 

Citytech Live ospiterà interviste, podcast, video e articoli dei più importanti operatori. A tutti chiederemo di svelarci la loro visione della mobilità in epoca Coronavirus, partendo da poche semplici domande uguali per tutti, alle quali poi si potranno aggiungere altre riflessioni più specifiche:

  • Come aiutare il settore automotive senza tornare ad un eccessivo utilizzo dell’auto privata e accompagnandone la transizione tecnologica?
  • Quali interventi economici, fiscali e regolatori si possono attuare nell’immediato?
  • Come valorizzare le risorse che saranno disponibili per creare un green deal che supporti moderni sistemi di mobilità pubblica e condivisa?