Incentivi alla mobilità condivisa, capitale umano e Mobility Management
A causa dell’emergenza Coronavirus, il settore mobilità ha subito e continuerà a subire un grande arresto, sia per quanto riguarda la mobilità privata che quella condivisa. La spinta verso l’auto privata sarà doppia: da parte delle aziende del settore automotive e dei cittadini che si sentiranno più sicuri a viaggiare nelle loro auto. Invece di contrastare questo trend, è importante cercare di incanalarlo verso la maggiore sostenibilità possibile, in modo che i frutti possano rimanere anche in modo permanente, dopo la fine della cosiddetta Fase 2.
Introdurre incentivi per l’acquisto di mezzi a basso o minore impatto ambientale, non è abbastanza. Bisogna rompere il loop del possesso dei mezzi incentivandone non più l’acquisto ma il noleggio temporaneo (car sharing tradizionale, noleggio a medio e lungo termine) per far entrare l’auto nel concetto di economia circolare: “la uso solo quando mi serve” non più “la acquisto, uso e rottamo”.
In questo senso è importante incentivare la sharing mobility che, al contrario del trasporto pubblico locale, non è mai stata sussidiata, e continuare a supportare il TPL puntando sul capitale umano, ossia su assunzioni di giovani brillanti che possano portare innovazione tecnologica all’interno di Amministrazion pubbliche e Ministeri. Un’ importante azione che possiamo mettere in atto in questa direzione è l’utilizzo dei cosiddetti buoni mobilità che, oltre ad incentivare il pay per use, permettono anche di raccogliere i dati su come i mezzi vengono utilizzati, fornendo importanti elementi di pianificazione a regolatori e amministrazioni pubbliche. Dobbiamo inoltre lavorare alla riduzione della domanda di mobilità, quando non è necessaria, intervenendo con politiche mirate di Mobility Management, che possono studiare le soluzioni più indicate in base a specifici contesti e quindi essere di iportanza strategica per la mobilità sostenibile.